Per Jacques Vallon l´occupazione tedesca e la Resistenza sono solo un pretesto per giustificare la propria vocazione omicida: finita la guerra egli non avrà difficoltà ad ammettere la propria nostalgia per quegli anni di morte, cercando e trovando ogni occasione per prolungare la propria opera di giustiziere.
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The work
Per Jacques Vallon l´occupazione tedesca e la Resistenza sono solo un pretesto per giustificare la propria vocazione omicida: finita la guerra egli non avrà difficoltà ad ammettere la propria nostalgia per quegli anni di morte, cercando e trovando ogni occasione per prolungare la propria opera di giustiziere. [...] Grazie al sangue il goffo uomo-scimmia risplende, completamente trasfigurato come un redivivo conte di Montecristo. Ma sono lampi che per contrasto rendono ancora più nevrotica la vita di Vallon, scandita da giornate troppo uguali e inesorabilmente legata a un décor di squallidi bistrot, squallide prostitute, squallide strade piovose. [...] In questa prosa l´incandescenza è data dal desiderio del sangue: placato il quale, come dopo un amplesso, tutto si desemantizza, e le cose, come le parole, risprofondano in una intollerabile normalità. (dall´introduzione di Michele Mari) «Lui, dopotutto, aveva provato piacere ad ammazzare quell´uomo, un piacere violento, che lo travolgeva, lo sommergeva e lo faceva quasi godere. Era strano, ma dopo si sentiva stanco come se avesse fatto l´amore e l´emozione gli lasciava in bocca un sapore che assomigliava al gusto del sangue, come quei tabacchi troppo forti che si fumano in Spagna.»
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