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Gli ultimi guerrieri



Gli ultimi guerrieri - Ivo Sanna, Edizioni Solinas (2011)

Autore/es Ivo Sanna
Editore Edizioni Solinas
Editzione Nuoro, Abrile 2011
Pàginas 256 (pintadu)
Genia Narrativa
Suportu Pabìru 
Prèsu € 15,00
Prefatzione Pietro Bellu
Limba de publicatzione Italianu

  Àteros piessignos

S'òpera

Su tutti i libri di storia si legge che durante la Prima Guerra Mondiale l´esercito austriaco fu fermato sulla linea del Piave.
La realtà è un´altra: l´armata austro ungarica sfondò e oltrepassò il Piave a San Dona. La notizia venne tenuta nascosta quasi a tutti per non demoralizzare le truppe. Gli esploratori riferirono che austriaci e tedeschi cantavano in italiano: "Andiamo a Roma! Andiamo a Roma!". Loro a Roma non ci giunsero mai perché lungo la marcia trionfale trovarono schierati i fanti della Brigata Sassari, gli ultimi guerrieri.

«L´uscita di questo secondo lavoro di Ivo Sanna, conferma la grande passione e la forza descrittiva di questo giovane e promettente scrittore.
Nel primo libro era emersa la ricchissima fantasia nell´imbastire una trama così originale e coinvolgente che obbligava il lettore a non interrompere la lettura prima di arrivare a leggere la conclusione dell´intera vicenda.
In questa seconda opera Ivo si cimenta nella ricostruzione storica di una delle pagine più gloriose ma anche più cruente della prima guerra mondiale, soffermandosi in particolare sulle ardite azioni dei militari della gloriosa e pluridecorata Brigata Sassari.
La lettura di quegli avvenimenti, anche a distanza di tanti anni dal loro accadimento, suscita sensazioni forti e a volte si fa fatica a convincersi che quegli uomini abbiano potuto sopportare tutti quei disagi e arrivare a sconfiggere un nemico molto più attrezzato e organizzato e con una migliore conoscenza dei luoghi. Quasi sicuramente la differenza l´ha fatta la grande forza interiore e l´orgoglio di quei valorosi.
Orgoglio e passione che traspare anche nella descrizione che ne fa il nostro giovane scrittore. Infatti in certi tratti del racconto il lettore viene così coinvolto che sembra quasi di rivedere le scene che vengono descritte. Pur nella drammaticità e ferocia della guerra che tende a cancellare l´identità dei singoli, trova il modo di richiamare le azioni di questi arditi citandoli col proprio nome e rendendo così un po´ più umane situazioni al limite dell´inverosimile.»
(dalla prefazione di Pietro Bellu)

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