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La notte dell´Immacolata

Gonnosfanadiga: un paese arrestato e processato - storia amara di piccoli luoghi di campagna nella seconda metà del 1800
La notte dell´Immacolata - Giovanni Melis Onnis, APE Sardinia (2005)

Una notte di paura nella Gonnosfanadiga del 1886, risolta in una tragedia familiare, come la descrissero i giornali. Storia d´amore e di sangue, di inganni e di efferatezza degli assassini nella notte dell´Immacolata.

Autore/es Giovanni Melis Onnis
Editore APE Sardinia
Editzione Selargius, Ghennàrgiu 2005
Pàginas 112
Collana Storia e tradizioni
Genia Sagìstica
Suportu Pabìru 
Prèsu € 10,00
Presentada Giovanni Melis Onnis
Limba de publicatzione Italianu

  Àteros piessignos

S'òpera

Col suo racconto condito di lirismo e di notizie riprese dal quotidiano L´Avvenire di Sardegna (predecessore e rivale de L´Unione Sarda che sarebbe nato in quegli anni per la forza del senatore Cocco Ortu e a difesa delle ragioni del Parito liberale e della Destra Storica, mentre L´Avvenire era, come il titolo rivela, di marca liberal-riformista e socialista, corrente allora rappresentata in Sardegna dal Salaris e, in campo nazionale, dal Depretis), Giovanni Melis ci porta nel clima esasperato in cui visse in quegli anni il Consiglio Comunitativo (oggi Comunale), il cui controllo fu conteso dal cav. Antonio Porru per i conservatori e da Lorenzo Grimaldi per i riformisti. Clima avvelenato dai soprusi di cinquant´anni prima, l´epoca delle chiudende e del nuovo catasto, allorché a Gonnos si consumarono prevaricazioni tali che vennero defnite scandalose anche dall´Intendente Generale del Regno, cav. Cao.
Mentre il paese bruciava per le discussioni accesissime sui comportamenti impropri e l´arroganza dei più ricchi, l´intera zona tremava sotto la minaccia delle ultime terribili bardane, messe in atto da qualche decina di uomini armati, riuniti in una truppa senza partito, senza gloria e senza pietà, che si spostava sul territorio e colpiva ora l´uno, ora l´altro dei centri abitati, assalendoli e saccheggiandoli.
Nella storia locale del periodo, ecco che si fa strada prepotentemente la storia personale di Antioco Zurru, noto Fadiòri, possidente principe con 168 ettari di terreno a suo nome nel catasto, alle prese col funerale della seconda moglie. Rimasto solo (i figli ormai adulti erano andati via di casa), il settantenne Fadiori si accorse di Severa, una ragazzina cresciutagli in casa come filla de anima.
Non racconterò, oltre i contorni, la storia d´amore e di sangue, gli inganni e l´efferatezza degli assassini della notte dell´Immacolata del 1886.

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