S'òpera
Agevolato dalla convivenza ravvicinata nello stesso albergo, ogni personaggio entra in relazione con gli altri attraverso il sangue ma ancor prima attraverso il sesso. Desemantizzando i rapporti umani la guerra li rende più facili, ma anche vuoti e meccanici: tutto è all´insegna della fretta, della velocità, dell´assenza di futuro. La stessa struttura e lo stesso ritmo del romanzo corrispondono sul piano formale a questo stile di vita, facendo degli ospiti dell´albergo altrettante marionette agite dal demone di una vitalità ridotta a fornicazione. A ben vedere, anzi, l´albergo non è altro che una scena teatrale dove le varie figure si alternano combinandosi variamente: e quanto avviene all´esterno, come nel teatro classico, è con poche eccezioni soltanto riferito. Come se davvero la guerra [...] si svolgesse autonomamente senza il concorso degli uomini. (dall´introduzione di Michele Mari) «Tutto, qui, era passeggero. Era come se quegli uomini e quelle donne si fossero imbarcati sulla stessa nave. Tutti, per il momento, andavano nello stesso posto. Condividevano la stessa esistenza, lo stesso destino, per il tempo di qualche giorno o di qualche ora, poi le loro strade si sarebbero divise e non avrebbero mai più sentito parlare gli uni degli altri. Si sarebbero dimenticati. Avrebbero dimenticato anche il Central Hôtel. Venivano da ogni parte d´Europa e andavano in ogni parte dell´avvenire. Forse alcuni sarebbero morti durante il cammino. Al giorno d´oggi la vita è fragile.»
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