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Sassari nella preistoria

dal neolitico all´età nuragica
Sassari nella preistoria - Paolo Melis, et al., EDES, Editrice Democratica Sarda (2011)

Autore/es Paolo Melis
et al.
A cura de Mario Masia
Illustradore/es Bruno Ladu
et al.
Editore EDES, Editrice Democratica Sarda
Editzione Sassari, 2011
Pàginas 192 (pintadu)
Genia Sagìstica
Suportu Pabìru 
Prèsu € 22,00
Presentada Gianfranco Ganau
Enrico Antonio Piras
Istèrrida Mario Masia
Prefatzione Bruno Massabò
Limba de publicatzione Italianu

  Àteros piessignos

S'òpera

Il volume "Sassari nella preistoria" prefigura già nel titolo i precisi ambiti entro i quali si muovono gli autori: il territorio comunale di Sassari letto attraverso le testimonianze, siano esse di cultura materiale ma soprattutto architetture artificiali, si pensi alle domus de janas e nuraghi, lasciateci dall´uomo che nella lontana preistoria visse nel territorio del capoluogo della Provincia. Testimonianze raccolte o presenti in angoli della Nurra che guarda al mare, verso Porto Torres o Alghero, altre ancora prossime a confini di paesi sorti all´ombra di castelli, come Osilo. Dove il "loro mare" sono colline attraversate da uomini e greggi alla ricerca di pascoli ed il paesaggio si trasforma e cambia ad opera del tempo e della mano dell´uomo. Un viaggio lungo millenni, quello che gli autori ci propongono, lungo un arco temporale assai ampio: dal VI al I millennio a.C. In taluni casi, lo spazio temporale si spinge fino ai giorni nostri, come ben testimonia la Tomba II della necropoli a domus de janas di Li Curuneddi trasformata in età altomedievale in chiesa rupestre e poi in palmento per la lavorazione delle uve. Ristrutturata secondo le esigenze architettoniche di quella civiltà contadina che secoli addietro ha segnato il territorio del Sassarese e non solo, più di quanto non abbia fatto in altre regioni storiche isolane. Perché tale viaggio risulti facilitato, gli autori hanno avuto cura di fornire gli opportuni strumenti interpretativi, presentando in estrema sintesi i profondi mutamenti avvenuti nelle società e Culture del tempo, a partire dal Neolitico antico e fino alla Civiltà nuragica, termine ultimo della loro indagine. Si parte dal cuore della città con ritrovamenti antichi e recenti, quali ad esempio la grotta naturale funeraria di Lu Sorigu Antigu del Neolitico Antico, oggi la più antica e documentata presenza dell´uomo preistorico entro il perimetro urbano. Per indagare poi il territorio extraurbano, come a Li Punti con le domus de janas di Montale; nel vicino borgo di Bancali con lo splendido ipogeo a domus de janas di Oredda. E ancora le necropoli di Li Curuneddi, in località La Landrigga; di Calancoi, al confine con territorio di Osilo. E non poteva certo mancare l´articolata lettura dello straordinario monumento terrazzato, simile a una zigurrat, di Monte d´Accoddi, unico nel suo genere in tutta l´area mediterranea occidentale. Del mondo nuragico e delle sue architetture che ancora resistono nel tempo, gli autori danno conto di nuraghi, ciascuno con sue specificità. Perché un nuraghe non è mai uguale a un altro, affermano gli specialisti. Nuraghi che s´innalzano ai margini della città, come il nuraghe Li Luzzani; nel cuore del borgo di Tottubella, come il Rumanedda; o ancora sepolto in un angolo della Nurra, come l´Ertas che meriterebbe d´essere dissepolto per la sua straordinaria architettura. Gli autori completano il discorso sul nuragico con esempi di una particolare architettura funeraria del periodo: la cosiddetta domus a prospetto architettonico, il cui esempio più significativo si può ammirare in regione Molafà, a pochi chilometri dalla città. Una generale carta dei siti rende ancora più chiara la loro distribuzione sul territorio. Per ciascun sito, poi, gli autori propongono una esauriente scheda con testi, piante, assonometrie, una ricca documentazione fotografica, un apparato bibliografico esaustivo e precise indicazioni per una visita sul campo. Un viaggio che sa di riscoperta, quello curato da Mario Masia e impreziosito dagli scatti di Bruno Ladu, costruito pazientemente e con competenza da più mani, col chiaro obiettivo di riavvicinarci a un passato che, se pure sconosciuto ai più, comunque ci appartiene.
(dalla presentazione di Enrico Antonio Piras)

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