Cultura sarda nel 1500
Il poeta Antonio Lo Frasso, nel 1571, invia ai suoi ragazzi lontani un libretto con "i milleduecento consigli e saggi avvertimenti" scritti in terzine e in lingua castigliana. Sono indicazioni comportamentali e morali dettate dall´esperienza, dalla religione e soprattutto dall´etica, qui tradotti in italiano e in sardo campidanese.
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Lingua di pubblicazione |
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Lingua originale |
Spagnolo |
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Maggiori informazioni
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L'opera
"Conoscendo la grazia abbondante che nostro Signore Dio ha fatto a tutti nell´averci creato in questa terra per il suo santo servizio e considerando che vi ha assegnato un padre tanto ignorante come sono io e che sta nel tempo presente tanto lontano dalla vostra vista, come potete constatare senza pericolo di morte non posso andare a trovarvi…". così scrive il poeta Antonio Lo Frasso da Barcellona ai due figli Alfonso e Scipione che vivono con la madre ad Alghero. Era il 30 novembre del 1571. Costretto a vivere in Catalogna e impossibilitato a recarsi in Sardegna per il rischio di essere imprigionato o ucciso (come si intuisce dalle sue parole), il poeta invia ai suoi ragazzi lontani un libretto con "i milleduecento consigli e saggi avvertimenti" scritti in terzine e in lingua castigliana, oggi tradotto in italiano e in sardo campidanese.
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