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La solitudine degli estremi



La solitudine degli estremi - Giorgio Piras, Aipsa Edizioni (2012)

Author/s Giorgio Piras
Publisher Aipsa Edizioni
Edition [Non definito], October 2012
Pages 104
Series AltreStorie
Genre Fiction
Format Paper 
Price € 12,00
Afterword Stefano Rotta
Release language Italian

  Further details

The work

Prima la vita, poi la scrittura. Scrivere una prefazione di questo libro sarebbe stata un´idiozia. Non è un romanzo, è un pezzo di vita tradotto in parole che entrano per la pelle e non dagli occhi. Prendono alla gola perché sono vere: non solo perché tutto accaduto, ma per la difficilissima scelta dell´autore: mettersi in gioco, e generosamente raccontare di sé, intessendo nella foga di scrivere esistenza e storia recente (a volte rimossa) d´Italia: il caso Ilaria Alpi, l´attacco dei guerriglieri somali al Check Point Pasta di Mogadiscio, Tangentopoli, il suicidio (?) di Raul Gardini. Tutto vissuto sempre da uomo, da protagonista, dilaniato in maledette sofferenze. Scrivere non è difficile: è difficile tradurre vita in scrittura. Esistono plot narrativi a uso e consumo dello scrivente scaricabili da internet. Tutti, nel mercato di oggi, possiamo ambire alla pubblicazione di un libro, e non poche (finte) case editrici ci campano. Qui è diverso. È tutto l´opposto. C´è la pasoliniana necessità di scrivere. C´è l´impulso di cavarsi fuori dalle viscere una vicenda, cosa che mai avresti pensato di fare. C´è il sangue, dentro l´inchiostro. Homo sum, humani nihil a me alienum puto: questa storia ci interessa e ci deve interessare anche se a noi mai busseranno alla porta gli uomini dei Servizi, o imbracceremo un Tkk contro donne e bambini tenuti ostaggi; ma come esseri umani, nel nostro piccolo messi davanti alla scelta fra rigore e compromesso, fra casa e avventura, fra Annarosa ed Elizabeth, fra andare o restare. Qualche anno fa uno scrittore chiamato Andrea Maietti mi disse «ricorda, Steve, dietro chi scrive ci deve sempre essere un uomo»; Michele Serra mi scrisse, «prima vivere poi scrivere, il resto è tutto taglia e cuci». Antiche massime del mestiere di scrivere (tutte più o meno figlie dell´antichissima regola, primum vivere, dehinde philosophari), spesso platealmente accantonate da chi scrive per professione e accettate dignitosamente, in questo caso, da chi per mestiere ha prima sparato, poi trafficato, quindi venduto auto di grossa cilindrata e infine addirittura rubato, e non poco. In queste pagine c´è un uomo che ha vissuto – che vuole ancora vivere, sempre alla ricerca di qualcosa di grande – e per sopravvivere scrive. «Scrivere per me è stato il veleno che mi ha guarito», mi confidò. [...]
(dalla postfazione di Stefano Rotta)

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