The work
Questo lavoro si è concluso nel mese di ottobre 2017. In quella data non era stata ancora approvata, nel Consiglio regionale sardo, la norma sulla doppia preferenza di genere, richiesta a gran voce da numerosi movimenti femminili. Il loro pressing continuo, cui la stampa sarda ha dato grande risalto, ha contribuito a sensibilizzare i consiglieri regionali che, in data 21 novembre 2017, hanno finalmente modificato la legge statutaria elettorale, inserendo la norma della doppia preferenza di genere, con 49 voti a favore e solo 2 contrari, nonostante la richiesta di voto segreto. Dall´analisi condotta da Maria Francesca Mandis e Luisa Marilotti sul voto alle elezioni amministrative sarde dell´11 giugno 2017 emergono spunti molto interessanti. Il più significativo: lo studio ci mostra che le misure antidiscriminatorie applicate alle ultime amministrative in Sardegna sono riuscite a generare una spinta notevole verso il cambiamento della composizione degli organi elettivi locali. È sufficiente richiamare il dato elaborato dalle Autrici: nei 15 Comuni superiori ai 5000 abitanti, dove si è votato col meccanismo della doppia preferenza, le consigliere elette sono state 109, ovvero il 42,58% degli eletti! Un passo in avanti non da poco, se si considera che alle comunali del 2012, senza la doppia preferenza, le consigliere superavano di poco, a livello nazionale, il 20% degli eletti. Certamente, non tutto è perfetto, se si considera che, in particolare, negli stessi Comuni è stata eletta solo una donna sindaco su 15, un risultato ben lontano da quell´idea di equilibrio tra i generi in politica che il principio di parità richiede.
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