L'opera
Sisinnio Usai è un viaggiatore. Un turista della vita un po´ originale, forse, che non segue cartine comprate in edicola e si muove a tentoni, spostandosi non tanto da luogo a luogo quanto da emozione a emozione. E, nonostante la platea di figuranti che a vario titolo affollano le sue tele, i viaggi che compie sono in solitaria. Non la solitudine triste dell´abbandono o della perdita, ma quella cercata della riflessione, della creazione, dell´attesa del ritorno. Le tele di Sisinnio Usai sono velate di Nostalgia. Non nella sua accezione patologica ma in quella sana di forza propulsiva che riporta l´artista verso la vita, gli amori vissuti o solo sognati, i figli concepiti e quelli acquisiti, gli amici goduti e quelli perduti. Nostalgia verso ciò che è passato ma anche, inaspettatamente, verso il futuro, verso un´esistenza ancora da scrivere e attesa con avidità. [...] A fargli da secondo in questo viaggio, ma anche in precedenti occasioni, è Salvatore Ligios [...] che traccia, per Sisinnio Usai, una breve raccolta di scatti, dove delinea un viaggio dentro l´arte, ovvio, ma anche dentro Usai stesso. (Sonia Borsato, pp. 7-10)
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