The work
I saggi del volume affrontano l´interrelazione fra teatro, letteratura e società, nel contesto del dibattito europeo su liceità, funzioni e rilevanza ideologica del ´mezzo´ teatrale, in un periodo compreso fra la fine del XVI e il tramonto del XVIII secolo. In particolare si soffermano sui nessi esistenti tra pratiche retoriche apparentemente distanti come l´oratoria sacra, l´attività critico-editoriale, il pamphlet e i generi drammatici di più antica codificazione (la tragedia e la commedia) destinati alla performance scenica. Le indagini spaziano dal mondo anglo-germanico (Donne, Nashe, Richardson e Schiller) a quello italiano (Ingegneri e Maggi); confermano da un lato l´importanza della comunicazione ´spettacolare´ – sia dal pulpito, sia dalla scena – ai fini dell´ammaestramento morale e civile, dall´altro l´efficacia del palcoscenico come persuasivo produttore di modelli antropologici e sociali. Elaborato nell´ambito di un progetto di ricerca nazionale intitolato «La guerra dei teatri», il libro è dedicato al compianto amico e collega Ubaldo Floris, del quale figura in apertura un commosso Ricordo di Mario Domenichelli, coordinatore delle unità di lavoro.
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