Àteros piessignos

S'òpera

Chiese e castelli sono, in Sardegna come altrove, le testimonianze monumentali che più immediatamente riescono ad evocare il medioevo: la vista di tali architetture, soprattutto quando appaiono isolate nel paesaggio, ha l´indubbia capacità di richiamare alla mente personaggi, vicende e processi storici reali, verosimili o interamente frutto della fantasia, che ancora oggi permette a tali costruzioni di emanare un fascino romantico.
Nicoletta Usai ha dovuto superare la difficoltà di delineare l´oggetto della propria ricerca nell´ambito di una materia che, stando alla bibliografia disponibile, risente di una doppia incertezza terminologica, riguardante innanzitutto le distinzioni tra ´palazzo´, ´castello´ e ulteriori forme delle strutture ´signorili´ del medioevo sardo e, in secondo luogo – più legata allo specifico argomento della ricerca - in relazione a una definizione funzionale, che invita a chiedersi di volta in volta se l´oggetto di studio vada considerato una ´cappella palatina´, luogo di culto privato del signore e della sua famiglia, una ´chiesa castrense´, dedicata al servizio liturgico di una guarnigione militare, non escludendo la possibilità di arricchire la casistica con l´ipotesi che alcune delle chiese considerate potessero ospitare la celebrazione di liturgie aperte alla partecipazione della popolazione di uno o più insediamenti vicini al complesso palaziale o fortificato.