Il drago non balla è uno spaccato di vita quotidiana degli slum caraibici, nei cortili abitati da gente di tutte le possibili etnie, con storie familiari che si aprono come finestre sulla narrazione principale.
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Release language |
Italian |
Original language |
English |
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Further details
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The work
Alla periferia di Port of Spain (Trinidad), la gente si prepara al Carnevale, l´evento più importante dell´anno. Mentre sulla collina si diffonde il suono dei tamburi d´acciaio delle steelband, qualcuno si dedica alla ricerca del costume che esprima ciò che di solito è nascosto; qualcun altro interpreterà, come ogni anno, una versione di sé più libera dai vincoli sociali. Così la non più giovane Miss Cleothilda riduce la distanza illusoria che la separa dagli altri, e accetta i corteggiamenti di Philo, il cantante di calipso. La giovanissima Sylvia decide di indossare i panni della schiava: non ha bisogno di vestirsi da principessa, perché questo è il ruolo che la sua bellezza le ha ormai assegnato per il resto dell´anno. Solo Aldrick prepara la maschera consueta. Mai, però, il costume è materialmente lo stesso: perché l´unica sua attività è, per tutto l´anno, confezionare il suo vestito da drago. Aldrick è l´uomo-drago: la sua identità si esprime solo nella danza selvaggia nelle sfilate del Carnevale. In un gruppo sociale che coltiva come valore la condivisione della povertà, in cui anche il semplice acquisto di una bicicletta può apparire come un´ostentata velleità di sottrarsi a una condizione accettata perché comune a tutti, il Carnevale è il momento in cui, a dispetto della mascherata generale, ogni cosa viene esplicitata. È adesso che ciascuno può capire quale sia il suo ruolo nella comunità – e se ne abbia uno – o se possa dire di avere degli amici. Ma è anche il momento in cui esplode la rabbia. Rabbia per ciò che non si è, rabbia per le cose che cambiano mentre le si vorrebbe immutate, rabbia per le differenze sociali. Una rabbia ancestrale che Fisheye non riesce a contenere e che deve trasmettere ai suoi compagni. È necessario toccare il fondo e risalire per poter trasformare, negli anni successivi, il momento più importante dell´anno in una vera festa, in cui la rabbia si esprime solo nei ritmi e nelle parole del calipso.
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