Dopo la sanguinosa battaglia di Lutocisterna del febbraio 1324, la conquista catalano-aragonese della Sardegna sembra non conoscere più ostacoli.
Nel giugno dello stesso anno i pisani rinunciano a ogni possedimento dell’isola a eccezione di Castel di Castro. Al riparo delle sue mura, devono rispondere agli attacchi sfiancanti dei catalano-aragonesi insediati sul colle a sud-est di Castello, in cui iniziano a edificare la cittadella fortificata chiamata Bonaria.
Nel nord dell’isola, nel frattempo, i sassaresi, insieme ai Doria e ai Malaspina, sono impazienti di liberarsi dei nuovi padroni che non sembrano affatto voler rispettare gli Statuti di Sassari e i vecchi privilegi dei nobili.
Al giudice d’Arborea Ugone II, fautore e promotore dell’alleanza con l’Aragona, non sfugge il malcontento che agita i sardi, né può negare le angherie dei feudatari.
Con abile diplomazia cercherà di farsi da tramite tra l’Aragona e i sardi tentati di appoggiare nuovamente i pisani, assicurandosi un ruolo di prestigio e ambendo a governare, anche indirettamente, tutta la Sardegna.
Le sorti dell’isola saranno decise più da cinici calcoli che dallo scontro navale tra Pisa e Aragona che avrà luogo nel golfo di Cagliari a cavallo tra il 1325 e il 1326.