L'opera
"Il 29 aprile 1903 il marinaio Giacomo D´Angelo, a seguito di discussioni col capitano della goletta da cui è stato licenziato, è arrestato dai Carabinieri di Fiumicino e tradotto nel carcere di Regina Coeli a Roma per accertamenti. Quasi una formalità, ma dopo qualche giorno D´Angelo inizia a protestare, rompe un vetro e viene immobilizzato sul letto della cella n. 29: le braccia fermate da strisce di tela, i piedi da gambaletti di cuoio, una fascia sulle ginocchia, un´altra sul petto, il tutto assicurato ai ferri della branda. In queste condizioni "il paziente" trascorre due giorni, finché nella notte del 4 maggio comincia a urlare e a dimenarsi. Nelle prime ore del giorno seguente le grida si affievoliscono e poi cessano. Alle 6.30 trovano morente il povero D´Angelo, che si spegne un´ora dopo in infermeria. Su questa tragica vicenda dalla stampa dell´epoca ribattezzata il delitto di Regina Coeli - s´impernia l´appassionato e appassionante racconto di Da Passano, capace di far rivivere un´amplissima documentazione, di riattivare una storia del passato in funzione dell´oggi, perché "oggi come nel 1903, ogni morte "da carcere" suona come un oltraggio alla convivenza civile in un Paese democratico." (Giancarlo De Cataldo)
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