L'opera
"Danze verticali" è una storia inventata. Si potrebbe dire, come si fa, che idee, fatti e personaggi non sono mai esistiti, che sono stati totalmente inventati dall´autore. E potrebbe essere veramente così, certo. Ma una storia comune, come se ne sentono tante. Una storia piena di contrasti, di bugie e di verità. La trama si snoda intorno a due ragazzi: Fabio e Lucia. Il loro rapporto è un po´ instabile e Lucia decide di concedersi una piccola pausa di riflessione. Banale, no? Solo che questa pausa, invece di chiarire i pensieri, li ingarbuglia ancor di più. Lucia si trova a fare i conti con dei fatti nuovi. Non sa come gestirli, come venirne fuori. Decide che, la cosa più saggia da fare, è tornare indietro. Mette in piedi un sistema di bugie e sotterfugi per venirne fuori, per poter tornare con Fabio. In parte ci riesce, se non fosse che, spesso, i fatti, non dipendono solo da noi. Nella storia ruotano diversi personaggi secondari, ognuno con il suo ruolo, ognuno con la sua personalità. C´è Simone, l´amico di Fabio; single convinto, e accanito sostenitore dell´adulterio. C´è Jasmine, sensuale e provocante ballerina in cerca di compagnia. E Giorgio, superdotato psicopatico. La storia si ingarbuglia sempre più in un crescendo di colpi di scena. Tutto, però, alla fine collassa. Come a dire che i castelli di sabbia, a volte, crollano alla prima mareggiata.
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