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"Qui vissero...", il Castello racconta

Rassegna stampa | L´Unione Sarda | Sab, 25 Gennaio 2003
Pubblicata da Condaghes, l´accurata ricerca storica si avvale delle fotografie di Elisabetta Messina.
Fabia Cocco Ortu, l´antico quartiere cagliaritano attraverso i suoi palazzi.


Non lo dice a chiare lettere, ma quel Francesco Ferdinando d´Austria che nel 1812 scrisse su Castello parole poco lusinghiere, non le è molto simpatico. D´accordo, l´arciduca ha ragione quando scrive che gli Spagnoli se ne sono andati senza aver lasciato dimore dove valesse la pena di fermarsi, quando aggiunge che i piemontesi non hanno fatto molto di più. Però non è del tutto vero che nel vecchio quartiere cagliaritano non c´è nessuna casa che possa aspirare alla dignità di palazzo.
Non è vero, soprattutto - ma questo per la verità l´arciduca non l´ha mai detto- che Castello non ha un suo fascino speciale. Fabia Cocco Ortu, lo subisce da sempre, da quando ragazzina passeggiava per le stradine strette di un quartiere che non le appartiene, da quando docente di storia e italiano alle superiori (ha insegnato a lungo soprattutto al Martini, prima di andare in pensione) faceva lezione per strada di storia sarda, e cittadina, ai suoi allievi.
Così, quando qualche anno fa l´amica di sempre Maria Giovanna Amat ha proposto a lei e ad altre amiche di raccogliere materiali su Castello, per una possibile guida turistica, ha preso molto sul serio il suo compito, e ha trasformando l´antica passione in un lavoro di ricerca puntiglioso e tenace. Alla fine, come spesso accade nei gruppi di lavoro, è stata l´unica a fare i compiti. E a continuato a farli, aiutata (per le ricerche archivistiche) dall´amica Amat, che con quel nome, di Castello non può che saper tutto, dalla sorella Flavia, e sostenuta da Nereide Rudas. Una passeggiata, una chiacchierata, una visita all´archivio, una ricerca approfondita tra carte e documenti, così per alcuni anni. Fino a mettere insieme al computer («aiutata da mio figlio Lucio Mostallino») una piccola storia del quartiere attraverso i suoi palazzi. Una storia che è diventata libro quasi per caso. «Io non ci pensavo proprio, hanno insistito le amiche», quelle che non hanno fatto i compiti, si schermisce.
A Natale, la perseveranza di Fabia Cocco Ortu e delle sue assistenti in prima, è diventata Qui vissero...., le dimore dei nobili in Castello. Edito da Condaghes (116 pagine, 12 euro) si avvale delle fotografie di Elisabetta Messina, che accompagnano ogni scheda, ogni accenno a un portone, una lapide, un balcone, ogni riferimento architettonico. Una guida preziosa per chi voglia conoscere la storia e l´evoluzione del quartiere, palazzo per palazzo, strada per strada. Ma anche un omaggio affettuoso a chi nel Castello di Cagliari ha vissuto, gli Asquer, gli Amat, i Sanjust, i De Magistris, i Pes, i Lostia...
Fabia Cocco Ortu non è una donna romantica, ha sempre vissuto tra Viale Trento e via Vittorio Veneto, quanto a nobiltà, proviene da una grande famiglia liberale che dell´impegno civile e della cultura ha fatto uno stile di vita. Per raccontare un luogo che ama, non ha romanzato complicati intrecci familiari o assassinii intriganti come quello del Marchese di Cammarassa. Ha fatto parlare le pietre, e ha ascoltato quello che avevano da dire.

(Maria Paola Masala)


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