«Se la Grande Madre vuole. Arresolùtu»
Rassigna de imprenta | La Bottega del Barbieri | Mer, 5 Freàrgiu 2020 db si entusiasma per il romanzo di Marco Piras-Keller: è un libro che regalerei (o presterei) con gioia alle persone che amo Arrìu con 300 anime «a inizio autunno 1920» (con un solo ateo «praticante») e il doppio nel 1990. E’ nel Sulcis; Sassari «al capo opposto dell’Isola, in Cabesùsu, con gente e lingua diversa» sembra all’altro lato della Terra. Eppure scopriremo che Arrìu è tutto il mondo. Com’era strano Tanièi da bambino: non accettava torti, si ribellava fino all’estremo. A esempio pensava che i genitori potessero picchiarlo ma il maestro non doveva, perchè era un uomo meschino. E’ morto giovane Tanièi ma ad Arrìu, piccolo paese del Sulcis, c’è chi lo ricorda ancora tantissimi anni dopo. Magari solo per le frasi fulminanti e conclusive («Io sono io, gli altri sono gli altri e quando è fatto rimane fatto») o spiazzanti («Ti conosco e chi sono io lo so. Cosa vuoi?»). O perchè solo quando Tanièi ha 15 anni accadde il miracolo e «smise di litigare con il mondo». Ma poche persone hanno conosciuto tutta la verità – «un dolce, difficile segreto» – su Tanièi e chi l’ama. «Il paese è pettegolo, talvolta cattivo, perfino impietoso nella sua occhiuta recensione di tutto ciò che esce dal conosciuto. La chiacchiera vola come un alito. Sussurrando a labbra sottili, narici frementi e occhi affilati, la mano aperta davanti alla bocca, si istruisce il processo e si emette sentenza. Nella piccola comunità il pettegolezzo censura e richiama alle regole usate. Poche cose rimangono occulte, neppure i segreti familiari più imbarazzanti, neppure quelli più terribili che anche la più piccola comunità ha». Eppure il vero, «dolce» mistero di Tanièi si potrà scoprire solamente quando Erminia ritornerà (dalla Germania) per una vacanza nella «casa al mare a 20 minuti da Arrìu» e dovrà forzarsi a «scavare nei ricordi degli altri». Soprattutto delle altre perchè – è inoppugnabile – «sia fedeltà da inerzia, sia scelta, le donne serbano più memoria». Al suo primo romanzo «Se la grande madre vuole. Arresolùtu» (da Condaghes editore: 264 pagine per 15 euri) Marco Piras-Keller riesce in un’impresa degna delle grandi narrazioni: farci appassionare alle vicende reali e alle ombre lunghe un secolo di un paesino minuscolo che però sembra – e, strada facendo, si confermerà – un intero mondo, il nostro. Magari lentamente ma il tempo passa persino lì. «Sono successe, succedono e succederanno sempre» sentenzierebbe Tanièi. Non c’è più lo «strambo» ad Arrìu che tiene gli indumenti al contrario per tenere lontano il malocchio. Ora si può dare (forse) del tu alla nonna. Con il tempo mutano persino le superstizioni sul fico. E adesso molti giovani non sanno che l’erba nuova spunterà «alla Grande madre piacendo». Però ancora tanti danno “a bere” le ultime gocce del bicchiere alla terra oppure si chiedono se «sia vero che le stelle e i pianeti congiungendosi portano predicibili influssi sulla natura degli uomini e sulla loro anima». Le memorie familiari restano lì, con le complicazioni e i segreti degli amori ma anche degli odi. Scavare e capire si deve, pur se fa male. Il passato è un fulmine: scoppia all’improvviso e illumina tutto: fa paura. Qui come ovunque le donne sanno tessere (o ritrovare) le trame. Di ieri e di oggi. E si va verso un quasi lieto fine che non puzza di fasullo. L’ultima parola del libro è «proviamo». Un filo di speranza. Marco Piras-Keller ha le radici nel Sulcis, poi da Bologna è arrivato in Svizzera dove fra molti lavori non ha abbandonato le ricerche sulla lingua sarda. Abbiamo bisogno di «storie antichissime in vesti nuovissime» scrive Marcello Fois in una convinta prefazione. E aggiunge che bisogna essere ben matti per scrivere un romanzo, per giunta sardo, ma questa volta l’incoscienza ha pagato. Un esordio temerario e bello. E anche io vi consiglio questa riuscitissima pazzia. (Daniele Barbieri)
Marco Piras-Keller arresolùtuCagliari, Condaghes 2019, Narrativa Euro 4,99
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