Emanuele Cioglia e il suo nuovo antiromanzo giallo
Rassigna de imprenta | L´Unione Sarda | Zoy, 18 Freàrgiu 2010 Figure retoriche che sanno di cinici piedipiatti, talvolta colorate dalle rimembranze di Monet o di Mantegna e che spesso si legano al paesaggio descritto. Sono efficaci e onnipresenti, a cominciare dal titolo, Tranquillo come una salma , le metafore disseminate nella seconda opera di Emanuele Cioglia, edito da Aipsa Edizioni per la collana Is Grogus. I gialli, per l´appunto. E se è un giallo, oltre l´assassino c´è un investigatore, lo stesso Libero Solinas del precedente Il Mozzatesta , incoronato due anni fa dal Premio Deledda Sezione Giovani. La scorsa settimana all´Area 3 di Cagliari, in occasione della rassegna "Uno scrittore al centro" organizzata da Arcoes, il libro è stato definito un "antiromanzo giallo" dal ricercatore universitario Andrea Cannas. «È una storia di vendetta che trae origine da un fatto privato e sentimentale, un tema tipicamente sardo coniugato però in maniera abbastanza nuovo. A differenza di chi conduce solitamente l´indagine, il commissario non è portatore di ordine. Paradossalmente lo è il suo antagonista, cioè il serial killer che costruisce un progetto assolutamente razionale», ha osservato lo studioso dell´ateneo cagliaritano. Si segue il filone del giallo italiano che produce importanti fatturati? Al termine delle 319 pagine si ha quasi la certezza che non sia la solita operazione commerciale, ma più il riuscito giocattolo di uno scrittore svagatamente proteso a lamentarsi di una Cagliari stretta. Una città del sole, della cocaina, delle Smart con il suo «elefantino cieco di smog, che guarda il golfo rimpiangendo l´Africa». Stretta sì, ma sicuramente più amata della Milano che vende "metafisica terziaria" e popolata da pizzaioli imam dalle "grandi cucurbite cineree". O di Londra, dove si può passare inosservati in mezzo alla folla. Durante l´incontro, Annamaria Baldussi, editor di Aipsa, ha indicato nel capoluogo isolano l´altro grande protagonista della vicenda, in maniera maggiore rispetto al lavoro d´esordio, ma non è la Cagliari che fu: «Si apre con la descrizione della poco cagliaritana Monreale. Ma ogni tanto si apre una gelosia sulla strada per uno squarcio sul passato, quello prima dei grandi centri commerciali». Nel romanzo la città è facile preda di un serial killer che avvelena, senza lasciare tracce, gli affetti più cari del commissario. La scrittura è alta, disseminata di riferimenti letterari e filosofici (Erasmo, Kant, Gogol, Ungaretti, per citarne alcuni), arricchita da parole non comuni pescate dal fondo del vocabolario e dall´intrusione della terminologia informatica. Esistono punti in comune con il Montalbano di Camilleri, è gaddiano per il dialogo tra scatologia ed escatologica e sembra abbracciare qualche atmosfera colta alla Vargas. Cioglia, pronto ad ammettere che i suoi libri sono frutto anche di otto riscritture, non risparmia sull´ecatombe di vittime. Ma intorno a questa Cagliari nuova eppure inerte c´è un lieto fine che sa di bionda Sardegna e voglia di sarcastica quotidianità. «Il sarcasmo è una via di salvezza per affrontare le situazioni ingestibili dal genere umano», aveva confessato lo scrittore ai lettori di Area 3. di Manuele Vacca
Emanuele Cioglia Cagliari, Aipsa Edizioni 2009, pp. 324, Narrativa Euro 13,00
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