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Le lezioni lucidissime e scomode di Pigliaru

Rassegna stampa | Il Giornale di Sardegna | Mar, 15 Marzo 2005
Lucidissimo nella sua celebre analisi della vendetta barbaricina, carismatico nella sua pacatezza nei racconti di chi lo conobbe e fu suo allievo, e affilato come un bisturi nell´investigazione delle dinamiche di una società comodamente bollata come delinquenziale, dei suoi rapporti con lo Stato-carabiniere e delle alternative concrete ad una Storia di malessere. La Sardegna rivelata è un bel titolo per quello che è innanzitutto un omaggio ad Antonio Pigliaru (1923-1969) ed alla sua straordinaria capacità non solo di analizzare il suo presente ma anche di intravedere il futuro della Sardegna. Come tutti i grandi pensatori, è stato interdisciplinare molto prima che il termine andasse di moda: docente di filosofia del diritto, ha dato un nuovo significato all´analisi giuridico-antropologica con il celeberrimo La vendetta barbaricina come ordinamento giuridico, ma è stato anche attivissimo e moderno organizzatore di cultura, fondatore di riviste come Ichnusa, promotore di corsi di educazione degli adulti perché fossero informati dei propri diritti e potenzialità lavorativi e molto altro. Gli interventi raccolti nel libro, prodotto dallo Studio Tema di Cagliari e curato da Francesco Berria e Giuseppe Podda, raccontano di una personalità feconda purtroppo prematuramente stroncata da una grave malattia e sono di grande interesse nel delineare non solo gli aspetti principali del suo pensiero di studioso, ma anche nel ricordare il Pigliaru uomo.
L´intellettuale è stato quello che già qualche decennio fa ha parlato di regionalismo chiuso e di cosmopolitismo di maniera, ovvero: non siamo i più bravi in quanto sardi e non siamo bravi solo perché gli altri ce lo dicono, ma anche quello che è stato politicamente scomodo da una parte e dall´altra. L´uomo è stato quello che per trovare un ennesimo punto di vicinanza con i figli si è inventato tifoso della Juventus (in un ricordo di Manlio Brigaglia) e la cui amicizia era un eccesso indisponente di generosità come la definisce con commozione Salvatore Mannuzzu. Nel libro sono presenti anche alcuni scritti di Pigliaru che contengono le riflessioni sul sistema penitenziario o sugli inalienabili diritti dell´uomo, che insieme a temi importanti come la demistificazione del concetto di balentia o il rifiuto della soluzione puramente militare al banditismo ne hanno fatto un autore dirompente allora e interessante oggi. Gli scritti sono accompagnati da fotografie che lo raccontano nelle sue molteplici attività, e mostrano la Sardegna di ormai mezzo secolo fa, che solo apparentemente sembra lontanissima: ma poi basta pensare al dibattito sulla sardità, che finalmente vive un momento di grande attualità ed attenzione, per comprendere che certe lezioni tuttora attualissime.

(Francesca Madrigali)

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