Quei premi dalla vita troppo breve - Alla cerimonia di premiazione del ´Michelangelo Pira´
Rassegna stampa | L´Unione Sarda | Sab, 1 Novembre 2008 Quei premi dalla vita troppo breve - Alla cerimonia di premiazione del ´Michelangelo Pira´ (vinto da Vincenzo Pisanu) un dibattito, con polemica, sui concorsi. Tutto inizia 22 anni fa. Nel 1986 si decide di ricordare l´antropologo Michele Pira con un premio letterario in lingua sarda (da assegnare a una raccolta di poesie inedite) e un convegno su tematiche letterarie e culturali riguardanti l´Isola. A ideare la formula è Manlio Brigaglia, grande amico dell´autore di Sos sinnos. A mettere in pratica il progetto è il centro culturale ´Campidanu´ e l´infaticabile Susi Monni. La cadenza del premio e del convegno è biennale. Perché si designò Quartu come sede delle due manifestazioni? Perché Michelangelo Pira scelse di vivere a Capitana, che fa parte del territorio di questa città. Tra difficoltà dovute a scarsi sostegni da parte degli sponsor, premio e convegno sono arrivati quest´anno alla dodicesima edizione, svoltasi all´hotel Califfo di Quartu e il giorno dopo al Palazzo regio di Cagliari. Il premio dell´edizione 2008 è stato vinto da Vincenzo Pisanu, scelto da una giuria presieduta da Maurizio Virdis dell´Università di Cagliari. Quanto al convegno, ha affrontato un tema spinoso: i premi letterari in Sardegna. Sull´argomento esiste un solo libro, scritto da Salvatore Tola, Cinquant´anni di premi letterari in lingua sarda (edito nel 2006 da Domus de Janas). Sui concorsi destinati a chi scrive in italiano non è stato pubblicato nulla. Eppure si tratta di un argomento intrigante. Quando nascono in Sardegna i premi letterari o riservati ad altri generi di libri? Durante il ventennio fascista e negli anni dell´immediato dopoguerra nessuno pensò di bandire premi destinati a scrittori o saggisti. Tre premi che si potrebbero definire ´storici´ (il Deledda, l´Ozieri e l´Iglesias) nascono rispettivamente nel 1952, nel 1956 e nel 1963. I tre settori prescelti dai promotori, la narrativa in italiano, la poesia in lingua sarda e - per l´Iglesias - il giornalismo e la saggistica. Con alterne vicende questi tre premi (illustrati durante il convegno da Natalino Piras, Salvatore Tola e Bruno Rombi) hanno valorizzato autori affermati o alle prime armi. Il caso più clamoroso fu quello del romanzo Perdu di Paride Rombi. Dopo aver vinto il Deledda nel 1952, destinato a un´opera narrativa inedita, il libro fu pubblicato da Mondadori e in poco tempo vennero stampate tre edizioni. Seguite dalle traduzioni in tedesco, francese, inglese, spagnolo, svedese, danese e bulgaro. Il premio Ozieri ha valorizzato in misura straordinaria il filone della poesia in sardo, accompagnato da dibattiti che hanno messo l´accento sulla necessità di salvaguardare tutte le varianti in uso nella nostra regione. Sulla scia di questo concorso, ideato da Tonino Ledda, sono nati decine di nuovi premi. Altri due di cui si è parlato durante il convegno sono l´Alghero donna e il Solinas (relatori Neria De Giovanni e Sergio Naitza). Entrambi con un respiro nazionale, ma fortemente radicati nell´Isola, hanno avuto vicende movimentate. Il primo è stato sospeso per mancanza di sponsor, il secondo da La Maddalena è è stato trasferito a Bologna e Roma. Nei diversi interventi e nel dibattito (non privo di polemiche) si è fatto riferimento a parecchi premi. Dallo stesso Michelangelo Pira al Romangia, dal Dessì all´Alziator, alla nuova edizione del Deledda. Quanti sono oggi i premi esistenti in Sardegna? Impossibile saperlo: nessuno ha mai fatto un censimento. Quanto costano complessivamente agli sponsor pubblici e privati? Difficile rispondere. Solo due cose sembrano certe. Molti premi nascono e muoiono presto. Quelli che resistono navigano quasi sempre in cattive acque. Quanto alla filosofia dei premi sardi in lingua italiana, si cerca di premiare un nome affermato (per lo più continentale) e laureare un autore sardo, giovane o in là con gli anni. Un altro aspetto è rappresentato dai dibattiti e le interviste che fanno da contorno al premio. In altre parole, quasi mai ci si limita a consegnare un assegno più o meno consistente ai vincitori. Il pubblico e gli organizzatori vogliono assistere a incontri con autori più o meno famosi. Giovanni Mameli
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