Black empowerment nel congresso degli Stati Uniti, Aipsa EdizioniRassegna stampa | Lun, 7 Luglio 2008 In una riflessione incentrata sull´emancipazione politico-sociale dei neri e degli afroamericani risulta difficile prescindere dal ruolo ricoperto da figure del calibro di Martin Luther King, Nelson Mandela, Malcom X: dietro questi nomi si celano impegno politico, battaglie tenaci, discorsi memorabili, prigionie e carceri inumani, morti violente, contestazioni durissime. Esperienze pregnanti che non si sono perse nel tempo, che hanno innescato lenti ma sensazionali cambiamenti, che hanno inesorabilmente eroso quel saldissimo dominio euro-americano – e bianco – sulla cultura nera, consentendo oggi ad un senatore di colore di ambire alla presidenza degli Stati Uniti e di entusiasmare trasversalmente mezzo mondo con lo slogan ´Yes, we can´. Ma tra la tratta degli schiavi vecchia di qualche secolo e le elezioni Usa 2008 c´è stato molto di più e non sempre sono stati gli uomini a cambiare lo stato delle cose: il ruolo delle donne merita di essere scoperto, conosciuto e analizzato affinché si possa realmente capire come uno dei grandi capovolgimenti culturali degli Stati Uniti debba la sua attuazione alle figure femminili che hanno attivamente preso parte al processo politico di emancipazione degli afroamericani, le congresswomen. Questo è l´intento del saggio di Silvia Benussi, autrice del volume Black empowerment nel congresso degli Stati Uniti. Etnia e genere nella politica americana (Aipsa Edizioni; prezzo 18,00 euro): riflessione documentata sul processo di acquisizione di diritti dei neri nella società americana. L´idea della Benussi, collaboratrice presso la cattedra di Storia delle Istituzioni Politiche a Cagliari, si rivela straordinariamente innovativa e merita di essere considerata una piccola ´rivoluzione copernicana´ per il ribaltamento della prospettiva promosso: la storia e la politica americane dal punto di vista delle donne. Dal 1917, anno che vide la prima donna accedere al Congresso degli Stati Uniti, ai tempi attuali, la percentuale di donne nere è lentamente – e pazientemente – aumentata, segnando la svolta del 1992 che ha accolto ben 54 candidate donna: nel corso dei decenni, le black women hanno rivelato il possesso degli strumenti adeguati a ricoprire rilevanti cariche politiche e la predisposizione a conciliare l´attività pubblica con la vita privata e familiare: provenendo da famiglie disagiate o povere, un gran numero di congresswomen ha dato prova di una predisposizione culturale ed umana alle situazioni difficili, come sono spesso quelle prospettate dalla politica. Dietro i nomi di Carrie Pittman Meek, Gwedalynne Moore, Shirley Chisholm vi sono strenue battaglie volte a trovare piena attuazione al processo di integrazione delle cosiddette fasce deboli, delle minoranze, delle culture subalterne. Decreti legislativi che combattono la ghettizzazione scolastica, leggi che mirano ad arginare la violenza domestica, e sensazionali provvedimenti come il Voting Rights Act del 1965 che si propose di bandire qualsiasi impedimento al pieno esercizio del voto e di garantire a tutti gli afro-americani, tenuti lontani dalle urne con astuti escamotages elettorali, di recarsi a votare. A Silvia Benussi va riconosciuto il merito di aver dato vita ad un´opera preziosa per chiunque voglia avvicinarsi alla storia americana. Ma non solo: l´autrice ha dimostrato come gli eventi siano capitoli di un libro scritto a quattro mani, quelle degli uomini e quelle delle donne. (Recensione a cura di Serena Cirina)
Silvia Benussi
Black Empowerment nel Congresso degli Stati Unitietnia e genere nella politica americanaCagliari, Aipsa Edizioni 2008, pp. 284, Saggistica Euro 18,00 |
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