Giovanni Enna, “1409. Fuga sulla Giara”, Condaghes, Cagliari, 2007
La volontà di raccontare in forma romanzata un periodo storico importante per la storia della Sardegna, insieme a quella -evidente- di restituire importanza e “attrattiva” ad eventi ancora non sufficientemente indagati, stanno alla base di questo romanzo di ambientazione storica, scritto dal commediografo e scrittore sassarese Giovanni Enna e pubblicato postumo.
La trama si dipana nel periodo giudicale della Battaglia di Sanluri del 1409 durante la quale le truppe aragonesi sovrastarono quelle del visconte Guglielmo di Narbona-Bas, ultimo discendente della dinastia di Arborea, il cui tesoro viene affidato a un drappello di fedeli sudditi perché lo portino in salvo. Nel loro percorso verso l’altipiano della Giara di Gesturi, i fuggitivi incontreranno diversi personaggi che cambieranno la loro sorte: in particolare, i giovanissimi membri della “confraternita della Giara”, una sorta di micro-società indipendente con regole proprie che resiste agli stranieri e ai locali che li vorrebbero schiavi.
Il libro ricorda Il Signore degli anelli di Tolkien e l’avventura alla ricerca dell’anello, con la differenza che stavolta il tesoro non va trovato, ma protetto durante un percorso che è metafora di una evoluzione personale e dei rapporti con gli altri. Anche in Fuga sulla Giara il viaggio permette ai protagonisti di scoprire la propria profonda umanità e quella dei compagni, così come hanno un significato funzionale la fuga dai “cattivi”, simbolo dell’oppressione individuale e di un intero popolo (quello sardo, il cui sentimento di identità è continuamente ribadito), le figure “classiche” degli anziani saggi, dei ragazzi irruenti selvatici ma buoni e perfino il piccolo paggetto che avrà modo di dimostrare tutta la sua perspicacia. È ovviamente presente anche un elemento fiabesco, di tradizione orale, impersonato dalla saggia Mammai Aleana in contatto con la Natura, ma anche il viaggio iniziatico dei ragazzi Pauledda e Lacu, la descrizione quasi sociologica (anche se non troppo approfondita) della società autonoma dei ragazzi sulla Giara la quale non ricorda quella malvagia del romanzo di Golding, Il Signore delle Mosche, quanto un primitivo e -pare di capire- sano ritorno alle origini dell’uomo.
Fuga sulla Giara possiede tutti gli elementi necessari a un buon impianto narrativo e una particolare attrattiva per chi vuole approfondire la storia della Sardegna.
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