L´opera della Deledda che conquistò l´attenzione di pubblico e critica a livello nazionale.
«Una costante fortuna sorrise a questo romanzo che a sua volta fu come l'augure della fortuna di Grazia Deledda. La prefazione di Ruggero Bonghi, o meglio la benedizione dell’austero e caustico scrittore che già sentiva approssimarsi la sua fine, mentre ancora l'adolescenza sorrideva alla scrittrice che dal fondo della sua isola selvaggia s’era rivolta a lui con la fede ingenua dei fanciulli; quella prefazione portò fortuna al libro e alla sua autrice.»