The work
Alla fine del Settecento compaiono in Sardegna i primi giornali: il «Gazzettino ebdomadario» (1793), il «Giornale di Sardegna» (1795-1796) e il «Foglio periodico di Sardegna» (1812-1813). Le loro pagine registrano l´invasione francese dell´isola, un tentativo di ´sarda rivoluzione´, il trasferimento della corte sabauda a Cagliari e una successiva restaurazione dell´antico regime, riflettendo nel linguaggio la diversa temperie politica e culturale. La stampa periodica nasce in concomitanza con la diffusione dell´italiano presso i ceti colti dell´isola e con l´abbandono della lingua spagnola, mentre si coglie una maggiore apertura verso le lingue straniere e un rinnovato prestigio della lingua sarda, anche scritta. Anna Mura ha preso in esame questa produzione giornalistica, dal punto di vista lessicale e linguistico, individuando nei primi due giornali un linguaggio politico destinato ad informare e istruire i ´cittadini patrioti´, in sintonia con il giornalismo italiano del periodo rivoluzionario di fine Settecento. Il «Foglio periodico di Sardegna» rappresenta, invece, pur nel clima di rigida restaurazione, il primo vero giornale moderno dell´isola dal punto di vista della varietà dei contenuti e dell´organizzazione testuale. Lettori sono i sardi dei ceti superiori e gli stranieri presenti a Cagliari durante l´esilio della corte sabauda, in fuga dal Piemonte napoleonico. Modelli di riferimento delle testate sarde sono la prosa letteraria e una scrittura giornalistica che si svilupperà recependo una forte spinta all´ammodernamento linguistico. Il lessico si apre al nuovo, aumenta l´influenza del francese, infine vengono accolti nuovi significati assieme a nuove forme provenienti dalla lingua comune e dai linguaggi settoriali.
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