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L´ombra del passato



L´ombra del passato - Grazia Deledda, Il Maestrale (2009)

Author/s Grazia Deledda
Publisher Il Maestrale
Edition Nuoro, May 2009
Pages 448
Series Tascabili Narrativa
Genre Fiction
Format Paper 
Price € 8,00
Release language Italian

  Further details

The work

L´ombra del passato comincia fotografando - da qui il carattere tutto analogico del mondo deleddiano - il vicinato di un piccolo paese della bassa padania. Una delle qualità maggiori riconosciuta alla Deledda è il piglio figurativo, ma in questo libro viene fuori anche la scultrice. Ogni protagonista è colto nella sua fisicità, nel suo aspetto, nella sua forma. Nulla è lasciato al caso, dai volti alle mani, dai piedi agli occhi, dagli atteggiamenti alle posture. Tuttavia non viene fuori un eccesso di letterarietà né fanno capolino i vizi manieristici e le sue descrizioni rendono palpitanti gli incontri, rendendoli frutto di una presenza ancestrale non diversa da quella degli alberi, della natura in genere. Il fiato della Deledda ha qualcosa di magico, di indimenticabile, ciò di cui parla è subito riconoscibile come parto della sua fantasia e della sua voce.

«Il cordaio fu il primo ad attaccare le sue più belle corde, dal portone al palo che indicava il limite fra la sua aja e quella di Giovanni La Pioppa. Era la mattina del Corpus domini. La processione, per eseguire la giravolta, doveva entrare nell´aja del cordaio, attraversare quella di Giovanni, uscire per il portone del zolfanellajo, la cui umile casetta era l´ultima del paese. Le tre famiglie si tenevano molto onorate di questa preferenza, e ogni anno formavano, con lenzuola attaccate a due fila di corde, una specie di viottolo semicircolare che cominciava dal portone di Sison il cordaio e finiva nel portone del zolfanellajo. Un palo di qua, uno di là, segnavano appena il limite delle tre aje unite: quella di Giovanni De Marchi, detto La Pioppa, era la più grande. Egli era un uomo ricco: anche la sua casa grigia, con le persiane verdi al primo piano, superba fra le due casette di Sison e del zolfanellajo, sembrava la padrona fra due serve.»

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