L'opera
Il lavoro presenta il complesso di sculture collocabili fra il IX e l´XI secolo, nel momento finale dell´epoca bizantina in Sardegna. Si tratta di lastre e pilastrini in marmo con figurazione vegetale, animale o umana, ritrovate nel meridione sardo assieme a iscrizioni in lingua greca e grafia medioellenica, che riportano i nomi dei primi giudici di Cagliari. Dal punto di vista storico, questi documenti indicano che la Sardegna continuava ad avere una cultura di tipo orientale, nel momento in cui si emancipava dal potere politico di Costantinopoli e creava le istituzioni giudicali. Dal punto di vista artistico, il circolo delle relazioni comprende terre dell´Oriente e dell´Occidente: Spagna, Africa mediterranea, Campania, Roma, Ravenna, Italia centro-settentrionale longobarda e carolingia, Puglie, Sicilia, Grecia, Egitto, Siria e Bisanzio. Si evidenziano legami con Napoli (centro allora culturalmente bizantino), ma anche una sostanziale originalità che dipende dalla produzione locale e dalla continuità della tradizione tardoantica. L´area interessata è quella di Cagliari e del suo entroterra (Maracalagonis, Dolianova, Donori, Ussana, Nuraminis, Monastir, Samassi, Serrenti, Villasor, Decimoputzu, Assemini), oltre ai ritrovamenti di Pula e Sant´Antioco. Quest´ultimo centro conserva il maggior numero di frammenti, relativi al santuario del martire locale Antioco.
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