L'opera
Nel ricostruire le vicende delle scienze del passato, gli storici tendono a compiere delle periodizzazioni, a porre archi temporali ben definiti, a indicare convenzionalmente date di nascita, di affermazione, di declino, di crisi, di ripresa, di scomparsa dei movimenti scientifici e culturali. L´utilità e a volte la necessità di queste schematizzazioni, soggette a cambiamenti e mai definitive, hanno il vantaggio di consentire di "pensare" in termini sintetici il passato e di interpretare il corso degli eventi in modo diverso o da prospettive differenti. Anche la periodizzazione della storia della psicologia italiana non si è sottratta a questa logica, individuando il periodo della "nascita" negli ultimi trent´anni dell´Ottocento, quello della sua "affermazione" nei primi quindici anni del Novecento, al quale ha fatto seguito un terzo periodo di "crisi o difficoltà" tra le due guerre mondiali. Una rivisitazione di questo schema colloca invece nell´Ottocento la fase di "gestazione", nei primi quindici anni del Novecento la vera e propria "nascita" e nel ventennio fascista la fase di "stallo" o di "crescita stentata", con alti e bassi. Tuttavia tutti concordano che, alle soglie del secondo conflitto mondiale e nei primi anni quaranta, sono vivi e diffusi il desiderio e la speranza per una vigorosa "ripresa" della disciplina in campo nazionale ed internazionale; una ripresa che in Italia culminerà con l´istituzione dei due primi corsi di laurea in psicologia nelle Università di Roma e di Padova nel 1971 e con il riconoscimento della professione di psicologo nel 1989. In questo volume, nella prima parte, l´autore prende in esame i principali avvenimenti e i maggiori protagonisti del decennio 1935-1945, i Centri di studio e d´intervento psicologico allora attivi e i progetti di ricerca che li caratterizzavano; delinea poi il profilo bio-bibliografico di alcuni studiosi (G. Vidoni, A. Dalla Volta, M. Ponzo, A. Marzi) che finora sono rimasti in secondo piano nelle ricostruzioni storiche; pubblica infine l´indice bibliografico, dal 1942 al 1959, delle annate della «Rivista di Psicologia», che può essere assunta come una chiave di lettura della storia della psicologia in Italia. La seconda parte del volume, invece, è dedicata alla pubblicazione di un manoscritto inedito delle Lezioni di Psicologia tenute da Giulio Cesare Ferrari a Milano nel 1905 al 4° Corso di Pedagogia Scientifica di Crevalcore, diretto da Ugo Pizzoli. Si tratta di un documento che testimonia il ruolo crescente che la psicologia andava assumendo nell´insegnamento e nelle scuole, e la sua ricaduta in ambito pedagogico. Esso proviene dal Fondo Ferrari e per molto tempo è rimasto sepolto tra le carte. La sua pubblicazione permette di conoscere meglio l´autore che, annoverato tra i pionieri della disciplina, ha rappresentato un punto di riferimento per l´affermarsi della psicologia in Italia.
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