The work
Polo negativo rispetto a un settentrione moderno e ricco, il Sud è sempre stato immaginato come una terra sofferente, ai confini della civiltà e pertanto da conquistare e redimere, come le terre più lontane del West nell´epopea americana. Eppure, per la sua posizione strategica, la penisola italiana costituisce una frontiera aperta ai recenti flussi migratori e soprattutto il Sud – periferia per eccellenza in un mondo proiettato verso il Nord (Europa) ricco e austero – si ritrova suo malgrado ad essere il centro di una complessa rete di scambi umani in cui convergono altri Sud, addirittura più tristi e disperati. A causa di questa trasformazione, l´immaginario collettivo tradizionale del Sud risulta superato: la certezza dell´inferiorità meridionale, l´evidenza della sua insanabile arretratezza vengono ora messe in discussione in questa prospettiva globale, in cui le tradizionali frontiere si infrangono e il Sud può apparire Nord a chi proviene dal Sud del Sud. Così lo stereotipo del Sud immobile comincia a vacillare, va alla deriva e rischia di sciogliersi in un vortice postmoderno di voci e visioni. Sta per nascere, o forse è già nato, un altro Sud, un Sud mobile e cangiante, dal profilo ancora incerto e sfuggente, ma per questo non meno affascinante e degno di essere esplorato nelle sue espressioni letterarie, cinematografiche e linguistiche contemporanee.
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