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Antica Madre



Antica Madre - Grazia Maria Poddighe, Carlo Delfino editore & C. (2009)

Tentativo di approfondire il rapporto con l´esserci, nel mondo. Una figlia, assetata di affetto, interpella la madre. Un atto di accusa perentorio e senza soste. Un flusso narrativo ininterrotto invade le pagine e mette a confronto vissuti e punti vista.

Autore/es Grazia Maria Poddighe
Editore Carlo Delfino editore & C.
Editzione Sassari, Ghennàrgiu 2009
Pàginas 160
Genia Narrativa
Suportu Pabìru 
Prèsu € 16,00
Limba de publicatzione Italianu

  Àteros piessignos

S'òpera

La natura, antica madre, dispensa la vita. Insieme la violenza (´il falco alto levato´) e il dolore in qualunque stato che sia, ´entro covile o cuna. La madre, archetipo ambiguo e misterioso, procrea e educa alla sopravvivenza. Si arroga il ruolo di avviare le generazioni al cambiamento. O al progresso, come vuole chi rimuove gli aspetti tragici dell´esistenza. Pensiero, religione, poesia riscontrano i guasti dell´affettività e consolano dell´esser nati. I critici letterari scoprono finalmente che la narrativa recente, quella osannata fino a ieri, è in crisi: l´impegno nel raccontare la realtà è inadeguato, non rilevano le ragioni del disagio In Antica madre si tenta invece di approfondire il rapporto con l´esserci, nel mondo. Una figlia, assetata di affetto, interpella la madre. Un atto di accusa perentorio e senza soste. Un flusso narrativo ininterrotto invade le pagine e mette a confronto vissuti e punti vista. La sintassi narrativa asseconda un dettato lirico distante dalla scrittura letteraria corrente. Eppure la scrittrice rievoca la lotte per sopravvivere negli anni della crisi del dopoguerra. La società sarda punta sulla modernità, compie scelte difficili e controverse. Il colloquio, è incalzante, spietato. Le donne della miniera hanno una cultura antropologica consolidata da esperienza di fatiche e sudore. Le donne dei ceti urbani non si riconoscono nella tradizione. Sono appagate da un apparente benessere e aspirano a nuove supremazie e nuovi stili di vita. Mettono a rischio il crescere sereno dei figli. La bambina ne resta drammaticamente coinvolta. Ha sofferto l´assenza di affetti. Il padre è il medico condotto di un paese di minatori. In lui le istanze cristiane e il confronto quotidiano coi mali fisici stabiliscono la distinzione tra il benessere materiale e l´angoscia. La madre è assorbita dal suo lavoro: insegna in un paese distante ore di corriera. Il muro di incomunicabilità è insormontabile. La figlia ormai vive con la fantasia, ama le tradizioni e la saggezza popolare. Spera che la parola possa costruire una società meno crudele. Sulle orme del padre riscopre, la solidarietà, l´amicizia, la semplicità e autenticità dei rapporti nelle famiglie umili dei minatori. Davvero le generazioni ultime sono responsabili di stragi crudeli e catastrofi, anche ambientali.

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