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Alessandra Corrias

News | Dom, 22 Luglio 2007
NUORO. Nel giardino di Grazia Deledda, anche con quaranta gradi si respira. L´incontro con il pubblico dei cinque finalisti del Premio Campiello 2007, ieri mattina a Nuoro (e di sera a Porto Cervo), non poteva perciò trovare location migliore, all´ombra di alberi secolari che non appena varcato il grande portone, alle undici di mattina, mettevano buonumore solo a guardarli. Un po´ per la temperatura tollerabile, un po´ per la suggestione che questo giardino inevitabilmente evoca, un po´ per la tendenza dei nuoresi a non lasciarsi sfuggire qualsiasi evento culturale degno di nota, gli autori si sono trovati davanti una splendida platea. E l´autorevolezza della padrona di casa deve aver fatto effetto anche sul presidente del Consorzio Costa Smeralda, (che insieme a Isre e Fondazione Campiello ha promosso l´evento) che nei saluti di rito sembrava quasi scusarsi dell´intrusione, tendendo la mano alla «vera Sardegna, nella quale la Costa del futuro vorrà rispecchiarsi». Magie della Deledda. La chiacchierata in casa di Grazia è una delle tappe di un viaggio per l´Italia che i finalisti del Campiello stanno compiendo in questi giorni: a coordinare l´incontro, la giornalista Paola Bacchiddu e Salvatore Niffoi, vincitore del premio nel 2006 con «La vedova scalza».
Ad aprire i lavori è stato proprio lo scrittore oranese con una domanda: è più importante vincere o partecipare? La prevedibilità delle risposte (è importante essere letti, chiaramente) vira verso la sorpresa, con la candida ammissione di una Milena Agus che è l´unica sarda della cinquina con il suo «Mal di pietre» (Nottetempo): «In realtà sono ancora stupita che qualcuno abbia pubblicato i miei libri, figurarsi di essere uno dei finalisti al Campiello». Eccola, Milena Agus: dolcissima, con un vestitino a fiori azzurri troppo largo, seduta fra gli altri scrittori che cercano, e spesso danno, risposte interessanti, è lei la vera rivelazione, l´evento nell´evento. Chi ha letto il suo libro non può non riconoscere nella sua stralunata verità, negli atteggiamenti timidi eppure simpaticissimi, la nonna protagonista di «Mal di pietre». Ma è lei stessa a svelarsi, senza imbarazzo: «La nonna è una persona che ha difficoltà a vivere fra la realtà e la fantasia. Ho scritto questo libro per le persone che hanno questo problema, perchè io stessa ho questo problema». Incrocia i piedi, sorride, si sposta i capelli di lato, e con la stessa naturalezza di questi gesti parla senza paura, con una vocina che a momenti fa pensare «ma ci fa o ci è?». Autentico caso letterario in Francia, dove «Mal di pietre» ha già superato le cinquantamila copie vendute, a proposito di questo clamoroso successo non fa che dire «evidentemente ai francesi è piaciuto in modo particolare». Stop. Tenera Milena Agus, che se facessero un film del suo libro non vorrebbe nemmeno vedere la sceneggiatura, anche se le piacerebbe che lo girasse il suo amico Enrico Pau. «Ma pare che ci stia pensando una regista francese», sospira come se fosse un peccato. Un rapido e informale sondaggio fra il pubblico e gli altri finalisti, decreta che è il suo il libro più letto della cinquina: ma per lei il probabile vincitore sarà Carlo Fruttero, purtroppo assente all´incontro nuorese, con il suo «Donne informate sui fatti» (Mondadori).
Romolo Bugaro («Il Labirinto delle passioni perdute» - Rizzoli), Mariolina Venezia («Mille anni che sto qui» - Einaudi) e Alessandro Zaccuri («Il signor figlio» - Mondadori) sono gli altri finalisti del Campiello 2007: stuzzicano la curiosità dei potenziali lettori con abili riassunti dei propri libri, riuscendo ad essere decisamente brillanti. Una conversazione piacevole che scorre veloce e che tocca punti salienti dell´attuale dibattito sulla letteratura contemporanea: il linguaggio dei libri, per esempio, si può adeguare a quello frenetico degli sms e della televisione? E il modulo narrativo, che oggi, come ha ricordato Zaccuri, è frenetico come quello di un montaggio video, potrebbe tornare ad essere lineare come un tempo? O la mente del lettore non lo accetterebbe più? Una cosa è certa: i gusti della gente hanno grande dignità, come ricorda Mariolina Venezia, e quello che piace, che è popolare, non va necessariamente guardato con sufficienza. In fondo, la giuria stessa del Campiello non è composta solo dai cosiddetti letterati, ma da trecento persone comuni che decreteranno, alla fine, l´unico vincitore.



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