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"La madre" di Grazia Deledda: disponibili le traduzioni in spagnolo, portoghese, inglese e sardo

News | Gio, 7 Giugno 2018
La casa editrice Nor presenta le traduzioni in spagnolo, portoghese, inglese e sardo del romanzo "La madre" di Grazia Deledda disponibili nell´edizione cartacea e in ebook.

Pubblicato nel 1919, "La madre" conferma la modernità del pensiero di Grazia Deledda la quale decide di trattare ancora una volta un tema universale interrogandosi senza ipocrisie sul celibato ecclesiastico. Per far emergere la tragicità dell´amore che unisce un prete e una donna, l´autrice nuorese abbandona il racconto lineare e sceglie una narrazione sinuosa. La vicenda ci viene presentata solo al momento del suo tragico finale, quando l scontro tra il giovane parroco e sua madre è ormai inevitabile. La lotta tra senso di colpa e desiderio emerge attraverso sogni e flashback, mentre la trama si riduce agli eventi di tre giornate. Le psicologie dei personaggi sono accompagnate dalla presenza costante del vento che scuote e modella il paesaggio di Far.

"La Madre" fu accolto subito con favore dalla critica e fu tanto amato anche da D.H. Lawrence che decise di scrivere la prefazione alla traduzione inglese.

La trama:
I passi furtivi di un giovane parroco che lascia la propria casa e l´angoscia di una madre che lo segue nella speranza di essersi sbagliata. È così che si schiude il dramma di un uomo che ha ammesso, infine, la menzogna della sua vocazione.
Il passato, con ogni evento che ha portato Paulo a legarsi ad Agnese, riappare insistentemente nell´evolversi di una vicenda che si concentra tutta sulla scelta del presente: assecondare la vita o rinunciare a essa in nome dell´abito talare.
Spinto dalla madre a salvare se stesso e quello per cui è stato educato, Paulo si aggrappa disperato alle anime semplici del paese di Aar, accogliendo ogni minimo accadimento di tre sole giornate come una benedizione che lo tiene lontano dal desiderio.
In questo capolavoro della letteratura mondiale, l´inquietudine esistenziale di una madre e del figlio per il quale ha sacrificato tutta la vita emerge con l´intensità dirompente di una tragedia greca.

Grazia Deledda:
Grazia Deledda (Nuoro, 27 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936) è stata l´unica scrittrice italiana a essere insignita del Premio Nobel per la letteratura (1926). Trascorse l´infanzia e la giovinezza a Nuoro, dove ebbe le sue prime esperienze letterarie. Nel 1890, in seguito al suo matrimonio con Palmiro Madesani, si trasferì a Roma.
Le sue opere, attraverso le numerose traduzioni, fecero conoscere la Sardegna nel mondo; citando infatti la motivazione del Premio Nobel: «Per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi».
La collocazione della scrittrice tra Verismo e Decadentismo ha sempre creato difficoltà di interpretazione tra i critici italiani. Il sapore vagamente verista della sua produzione le procurò le insofferenze dei abitanti della sua città natale e della sua regione, in cui le storie erano ambientate, convinti che descrivesse la Barbagia come terra rozza e arretrata.
Altri invece riconoscono l´originalità della sua opera. Come per molti grandi scrittori della sua epoca, essa risulta ben inserita nel contesto europeo: tutto accarezza, ma evitando precise appartenenze. Alla scrittrice sarda spetta indubbiamente un posto di primo piano nel Novecento, insieme a Pirandello, anche lui Premio Nobel appena dieci anni dopo.
La lingua italiana è comunque per lei, sardofona, una lingua non sua. In una sua lettera precisa: «Leggo relativamente poco, ma cose buone e cerco sempre di migliorare il mio stile. Io scrivo ancora male in italiano – ma anche perché ero abituata al dialetto sardo che è per se stesso una lingua diversa dall´italiana». Una doppia identità, una condizione particolare di bilinguismo e di diglossia, comune a numerosi scrittori italiani anche se non in modo così marcato come per la Deledda. Mettendo in comunicazione due sistemi linguistici e letterari diversi, la scrittrice inaugura in Italia una nuova stagione narrativa, dove traspare chiaramente l´appartenenza alla cultura originaria, e dove la propria lingua viene valorizzata come vettore di conoscenza e di crescita culturale.
Tra le sue opere principali abbiamo: Fior di Sardegna (1892), Racconti sardi (1894), Elias Portolu (1903), Cenere (1904), Nostalgie (1905), L´edera (1908), Canne al vento (1913), Marianna Sirca (1915), L´incendio nell´oliveto (1918), La madre (1920), La fuga in Egitto (1925), Il sigillo d´amore (1926), Annalena Bilsini (1927),Cosima (1937, postuma).





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Il libro  
Grazia Deledda

mother (The)


Ghilarza, NOR
2016, pp. 160, Narrativa
Euro 12,00
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