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Dall´Intervista all´editore Riccardo Mostallino Murgia, direttore di Arkadia

Press review | Wed, 12 October 2011
TOTTUS IN PARI 12/10/2011


LA SCOMMESSA DI ´ARKADIA´ E´ DARE SPAZIO A SCRITTORI INEDITI E STRANIERI


Quando e come nasce Arkadia Editore?
Arkadia Editore nasce nel 2009. Dopo una lunga esperienza di libraio e di editor, avevo voglia di qualcosa di nuovo. Di stimoli. E, anche, di ricreare una posizione, contaminata da una precedente esperienza lavorativa con uno pseudo editore, un certo Zonza. Nel 2009 incontro così il mio socio, Raimondo Schiavone, metto su un team piccolo ma efficiente e partiamo. Il nostro obiettivo era quello di proporre narrativa di qualità e saggistica. Il target cui ci rivolgevamo era trasversale. D´altra parte non sapevamo proprio come sarebbe andata a finire, considerata la fortissima concorrenza e la difficoltà a posizionarsi sul mercato.

Le difficoltà incontrate durante il percorso.
Non essendo una casa editrice a pagamento, le difficoltà sono state subito di tipo oggettivo e di tipo più squisitamente pratico. Ho dovuto ricreare dal niente una struttura che molti impiegano decenni per organizzare. L´esperienza comunque mi ha portato a creare un team che fosse quanto più leggero possibile, così da poter ottimizzare resa e costi.
Detto questo, collocarci sul mercato è stato come sbarcare sulla luna. Le domande più ricorrenti erano: chi siete? Un´altra casa editrice? Oppure, da parte di colleghi e amici del settore, la battuta più ovvia era: siete pazzi! Siamo partiti con tre titoli forti: Abrasax. Complotto in Vaticano (di Marcel Martin), Soldamore (di Renata Asquer) e L´allegria dei ratti (di Agnes Michel). Nessuno scommetteva due lire su di noi... eppure, siamo ancora qui. Con una sessantina di titoli pubblicati, con una distribuzione regionale abbastanza efficiente, con tanti bei titoli e un futuro che, speriamo, porti ancor di più ottimi frutti.
Quello che infatti ci manca ancora è una solida distribuzione nazionale che ci permetta di fare i libri che ci piacciono senza però strozzarci. Capita infatti che piccole realtà editoriali regionali, prese dalla smania di emergere nel ´grande mercato´, siano poi letteralmente stritolate dai grandi gruppi.

Ripensare al passato oggi. Progetti Futuri. I primi libri pubblicati fino ai nostri giorni.
Oggi Arkadia, come detto, è una realtà che è stata capace in due anni e mezzo di produrre circa 60 titoli. Per fare un esempio, nel 2011, Arkadia ha prodotto il 16% dei titoli pubblicati in Sardegna. Se consideriamo che quest´anno gli editori sardi hanno prodotto in tutto 135 titoli (circa), di cui 87 di saggistica e 47 di narrativa, si spiega bene il nostro collocamento in ´classifica´. Se poi si considera che nel 2011 Arkadia ha pubblicato 10 novità di narrativa, su un totale ´sardo´ di 47, ciò significa che il 22% di tutte le uscite di narrativa attualmente disponibili nell´isola sono una nostra produzione.
Attualmente Arkadia ha diverse collane sia per la narrativa (Eclypse, Land, Microteca), sia per la saggistica (Eventi, Arthè, Traveling, Limes, Novecento, Itinera), sia per ragazzi (Kids). La collana principale è quella della narrativa, Eclypse, con 20 titoli in catalogo. Tra questi spiccano Abrasax. Complotto in Vaticano, di Marcel Martin, un thriller che è stato pubblicato anche in Spagna, da Algaida e che ha ottenuto un vasto consenso di critica. In Italia, purtroppo, è passato inosservato. Poi abbiamo avuto ottimi riscontri con Soldamore (di Renata Asquer), un romanzo ambientato agli inizi del ´900 che narra le vicende di una famiglia aristocratica in preda ai cambiamenti epocali. Ottimi risultati li abbiamo ottenuti anche con Dalla scura terra, di Antonello Pellegrino, un romanzo storico di grande spessore, che ha ottenuto una menzione speciale al Salone Internazionale del libro di Torino 2011, venendo segnalato da Caterpillar (RaiRadio2) come uno dei libri più significativi della manifestazione. Non possiamo poi dimenticare Buenos Aires troppo tardi, di Paolo Maccioni, un bel romanzo sull´Argentina della dittatura... Un po´ più datato, del 2009, Roberta Nuda, di Monica Aschieri, che sarà presto pubblicato in Gran Bretagna, Australia e Stati Uniti. Nel 2011, tra gli altri, sono usciti due ottimi romanzi: Il sangue di Cristo, opera prima di Michele Pio Ledda, e La vita altrove, di Nino Nonnis. Il primo, per impatto visivo della scrittura, oso definirlo un piccolo capolavoro. Il secondo invece ci consegna un Nonnis in grande spolvero, capace di momenti drammatici e acuti esilaranti. Sempre nel 2011, tra settembre e dicembre escono poi: Il piano Zero, di Giampaolo Cassitta, che narra le vicende intricate delle stragi che hanno funestato l´Italia; Honorata Cortigiana, di Rosa Ventrella, un gradevolissimo romanzo storico ambientato nel XVI secolo, in una magica Venezia che ci porterà tra meretrici e inquisizione, amori e disavventure.
Per quanto riguarda invece la saggistica il 2011 ha visto l´uscita dell´inchiesta di Fausto Biefeni Olevano intitolata La verità nascosta, una storia molto appassionante sulla scomparsa dell´imam Al Sadr a Tripoli. E poi ancora, La paura come risorsa, un pamphlet di Graziano Milia, che illustra i danni della globalizzazione e della economia aggressiva e senza scrupoli di questi giorni. Nel nostro catalogo ci sono poi libri di grande pregio (penso a L´arte della lavorazione del sughero in Sardegna, allestito con vero sughero e riposto in un elegante cofanetto), oppure i vari volumi dedicati alle bellezze, monumenti e spettacolarità della Sardegna. Per avere un quadro completo, comunque basta visionare il nostro catalogo. Che dire? Sicuramente sono stati anni pieni di soddisfazioni ma, non vi nascondo, anche di preoccupazioni. Non è facile stare a galla in un mercato che richiede sempre maggior impegno e sollecita novità a spron battuto.
Per il futuro abbiamo le idee chiare. Sicuramente continueremo nel filone della narrativa. Fortificheremo il versante saggistica con la collana Akademia che, già alla terza uscita, raccoglie quel tipo di studi storici che amo tantissimo.

Cosa significa essere editore?
Oggi essere editore significa, personalmente, fare il lavoro per cui si è nati. È faticoso, impegnativo, a volte snervante, ma sempre meglio che andare in miniera. Diciamolo chiaramente, siamo fortunati per certi versi. Viviamo a contatto con realtà stimolanti, con persone che – chi più chi meno – riescono sempre a trasmetterti qualcosa. Certo, la settimana è breve e non basta più l´impegno di sei giorni... durante la settimana lavori per preparare ciò che sarà presentato il fine settimana. Quindi sempre di corsa, da una parte all´altra... ma, ripeto, non mi devo lamentare più di tanto.
Sembrerà una banalità, ma oggi fare l´editore è anche un momento di libertà. Qui diamo sfogo alle nostre fantasie e possiamo metterle in concreto.

Valentina Usala

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