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Perfugas, i rapporti sardo-corsi visti attraverso nomi e cognomi

Press review | La Nuova Sardegna | Sat, 10 February 2007
È in libreria l´ultimo atteso libro dello studioso perfughese Mauro Maxia dedicato ai rapporti tra la Sardegna e la Corsica. Rapporti che Maxia esamina sotto il profilo che gli è più congeniale: quello del fine ricercatore e dell´intenditore che sa come lavorare tra mille carte e scovare documenti importanti nei faldoni impolverati di archivi e biblioteche. Il libro, pubblicato dalle edizioni Della Torre, s´intitola «I Corsi in Sardegna» e presenta un repertorio ricchissimo di cognomi in grado di attestare la consistenza dell´immigrazione corsa nell´isola, in particolare, ma non solo, nell´area di Sassari, in Gallura e in Anglona. Numerose le fonti utilizzate dallo studioso per suffragare le sue tesi. Molte (anche importanti documenti inediti) assicurano attestazioni dirette, altre, come la Carta calaritana, il Condaghe di San Pietro di Silki e gli Statuti Sassaresi forniscono invece riscontri impliciti. L´entità dei dati raccolti da Maxia, che con quest´ultimo lavoro filtra, sviluppa e aggiorna i risultati di una continua ricerca, dimostra che la presenza corsa in Sardegna è stata più numerosa e ramificata di quanto lo sia stata quella dei Sardi in Corsica, pur essendoci stato tra le due isole un flusso migratorio frequente e bilaterale. Ma qual è l´incidenza percentuale dell´onomastica corsa nella nostra isola? «Le attestazioni di cognomi corsi - spiega Maxia - rappresentano da sole circa il 27,5% della complessiva presenza straniera documentata in Sardegna nel periodo compreso tra l´XI e il XV secolo. Nel contesto dei cognomi globalmente documentati in Sardegna, compresi quelli autoctoni, l´elemento corso costituisce oltre il 7%». Per dimostrare la forza chiarificatrice dell´onomastica, disciplina che può fornire un grande aiuto alla ricerca storica, Maxia prende in esame il cognome Siazzu.
«Il fatto che - osserva lo studioso - finora non si disponesse di attestazioni documentarie del cognome gallurese Siazzu ha alimentato una tradizione popolare secondo la quale rappresenterebbe la cognominizzazione di un soprannome formato dal gallurese siazzu, staccio. In realtà, questa forma, che sappiamo essere attestata a Tempio dal primo ´600, non è che una variante gallurese del cognome corso Siacci, che rappresenta un etnico della regione detta La Sìa e che nell´isola vicina è documentato fin dal 1381 con la grafia Siacius». Attraverso l´onomastica è possibile anche immaginare quale percezione i sardi possano avere avuto dei corsi nei secoli passati. «A questa presenza corsa, dal secondo millennio, potrebbe risalire l´abitudine dei sassaresi e galluresi di chiamare li Còssi, i Corsi, nuovi immigrati. Che ormai dovevano essere percepiti, dagli oriundi di più antica immigrazione, come altri». (g.pu.)


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