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Kriegsgefangenen. Prigionieri di guerra

Rassigna de imprenta | Lun, 19 Maju 2008
La ´letteratura dei campi di sterminio´ si è consolidata tristemente come genere letterario che trova ambientazione nello scenario desolato del lager ed espressione nella forma letteraria intimista e solitaria per antonomasia, il diario personale. Alcune di queste pagine sono diventate, col trascorrere dei decenni, presenza certa negli scaffali dei lettori di mezzo mondo – questo è il caso del diario di Anna Frank – altre giacciono ingiallite sui banchi impolverati dei mercatini dell´usato, confuse tra gli oggetti di vecchia data, altre ancora rimangono a lungo al riparo dei cassetti di famiglia, dove si conservano con pudore i ricordi, come gioielli di indicibile valore.
Talvolta, però, capita che, tra mille dubbi e ripensamenti, qualche ricordo venga coraggiosamente estratto dal cassetto delle memorie e presentato al pubblico, affinché sia condiviso con una collettività più ampia di quella della cerchia familiare.
È probabilmente questo il percorso che ha condotto il taccuino rugoso di Giorgio Marras direttamente alla casa editrice Aipsa che, nei primi mesi del 2008, ha pubblicato il lavoro con il titolo Kriegsgefangenen. Prigionieri di guerra, nella collana Altrestorie.
La volontà di affidare alle stampe il quaderno di memorie non è da attribuire a Giorgio Marras, bensì a sua nipote Maria Cristina Sanna: il desiderio di perpetuare nel tempo il ricordo di ciò che è stato e l´intenzione di allontanare l´oblio da una pagina nera – non l´unica, è doveroso richiamarlo alla mente – della storia del Novecento sono i fili robusti che hanno imbastito il progetto di pubblicazione.
La necessità di ricordare diviene scopo fondante di tutte le opere che, come quella di Marras, raccontano esperienze di vita che negano la vita stessa. Il ricordo come dovere. Il ricordo come obbligo morale: difficile, in questo senso, dimenticare i versi fulminanti che aprivano Se questo è un uomo di Primo Levi: ´Considerate se questo è un uomo [...] che muore per un sì o per un no [...] Meditate che questo è stato: vi comando queste parole[...] Ricordate queste parole. O vi si sfaccia la casa. La malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi´.
Parole infuocate dinnanzi alle quali non si resta impassibili: parole che trasudano rabbia, che gridano riscatto e vendetta, parole che anche Marras ha pronunciato con decisione: ´Questi uomini [i crucchi] meritano di essere sterminati´, ´Mi fa coraggio il fatto che tutto questo andrà sicuramente elencato... Pagheranno...´, ´Non credevo che l´uomo potesse, in certi momenti, essere così simile alle bestie e mettersi ad un livello più basso´.
Eppure, in mezzo ad un affollamento di pensieri inzuppati di pessimismo, si può lasciare spazio alla speranza e alla dolcezza dei ricordi: ´ ...Zia Lucia. La vedo affaccendata a preparare le zippole per sostenere l´assalto dei vari nipoti [...] Bei tempi, ma torneranno.´ E ancora ´E la storia farà giustizia, ne sono certo´.
Aggrapparsi voracemente alla Storia, alla fede, all´ironia, perfino al cinismo può rivelarsi la chiave vincente per sopportare e superare il dolore. E Giorgio Marras ha sopportato e superato: nel 1944 ha fatto ritorno a casa, più tardi ha conseguito la laurea, si è sposato ed è morto, sereno, nel 1998, nella adorata Cagliari.
Accanto alla molteplicità di messaggi di cui Kriegsgefangenen è veicolo, se ne aggiunge un altro ancora: l´esperienza dei campi di sterminio non è stata solo morte, fosse comuni, cumuli di montature d´occhiali, filo spinato che si perde nell´orizzonte. È stato anche speranza, sopportazione, tenacia, rinascita. Vale la pena di ricordare, a tal proposito, le parole conclusione della nota introduttiva di Maria Cristina Sanna: ´Il loro esempio [degli internati] mi dà il coraggio di sperare che anche i nostri contemporanei ed i futuri, in un mondo che continua a non essere facile da abitare, potranno trovare il senso di una loro esistenza pienamente umana negli affetti familiari, nei valori civili, nella fede in Dio´.

(recensione a cura di Serena Cirina)

Su libru  
Giorgio Marras

Kriegsgefangenen prigionieri di guerra

diario clandestino di un internato militare italiano 1943-1944


Cagliari, Aipsa Edizioni
2008, pp. 272, Narrativa
Euro 15,00
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