Vai direttamente al contenuto

SBS

Sardinia Bibliographic Services

Sardinia Bibliographic Services
     
  
Forgotten your password?
Subscribe now!

Civiltà nuragica, per un ritorno alle fonti

Press review | La Nuova Sardegna | Mon, 2 April 2007
Con la nota sensibilità alla riproposizione di testi base dell´archeologia non facilmente accessibili, l´editore Carlo Delfino pubblica due scritti fondamentali per la preistoria e la protostoria della Sardegna, «Il nuraghe di Barumini e la stratigrafia nuragica» di Giovanni Lilliu, e «La Sardegna preistorica e nuragica» di Ercole Contu.
Il primo (ora edito come ´reprint´) fu pubblicato nell´annata 1952-54 della rivista Studi Sardi, mentre il volume di Ercole Contu, ristampato con un aggiornamento in presentazione, costituì dieci anni fa il completamento della pregevole «Storia della Sardegna» delle edizioni Chiarella, editore sassarese che ha purtroppo terminato le sue attività qualche anno fa.
Quando uscì «Il nuraghe di Barumini e la stratigrafia nuragica» si ebbe subito la percezione di un mutamento radicale nelle nostre conoscenze delle antichità sarde e del mondo nuragico, annunciato dal disvelamento dell´imponente centro indigeno.
Il saggio, amplissimo e preceduto da una ricognizione su quattordici nuraghi oggetto di indagini stratigrafiche (tra i quali il Losa, il Palmavera e il Santu Antine), informava con la minuziosità e la pignoleria di un diario di scavo sui materiali, le architetture e la storia dell´antico borgo.
La serie delle fasi nuragiche, riveduta e aggiornata, preparava quelle attualmente riconosciute: e se lo tsunami non sembra risaltare nelle stratigrafie dettagliatamente presentate, il resoconto degli scavi svoltisi dal 1949 arrivò certamente come un´onda potente ed anomala nella comunità scientifica.
Nella lettura degli strati di terra, delle strutture e dei reperti archeologici si snoda la storia millenaria di un antico centro che visse crescita, cesure, ritorni, la fine.
Fondamentale la lettura dei saggi stratigrafici, come quello operato nel vano 135. E´ un pezzo di storia della Sardegna quasi paradigmatico, con le fasi più antiche, il XVI-XV secolo a.C., l´apogeo del bronzo recente e finale, i secoli delle aristocrazie e dei rapporti coi fenici, il ricordo davvero memoriale degli antichi fondatori mediante i modellini di nuraghe, fra l´età geometrica e l´età orientalizzante, la presenza in questa età - fra la fine del IX ed il VII secolo a.C. - di bronzetti e ceramiche decorate negate da alcuni studiosi per queste fasi; infine l´abbandono, il riuso e le nuove edificazioni, sotto il dominio prima cartaginese e poi romano, di spazi fittamente occupati.
Quante cose sono cambiate nei cinquant´anni che ci separano dallo scavo stratigrafico del nuraghe di Barumini (che all´orientalista ricorda nelle foto di allora gli scavi ´eroici´ dei grandi tell); ancora non vi erano le tecnologie avanzate e magari i gruppi di continuità, ma nel mezzo secolo trascorso, quanti scavi di nuraghi sono documentati stratigraficamente dandone edizione?
Ci sono rapporti di scavo che sembrano notizie preliminari, notizie preliminari che sembrano comunicati dell´Ansa, ma Giovanni Lilliu licenzia alle stampe più di trecento pagine sugli scavi di Su Nuraxi chiamandole (p. 386) «scritto preliminare». Grazie, Maestro.
La generazione successiva di archeologi, soprattutto attiva dalla metà del Novecento, è particolarmente influenzata, nella preistoria, dal Magistero di Ercole Contu, professore emerito di Antichità Sarde, al quale dobbiamo stratigrafie preziose come quelle della domus de janas di Santu Pedru di Alghero e soprattutto la scoperta ed il primo scavo della «ziqqurat» di Monte d´Accoddi (vicino a Sassari).
Il suo «La Sardegna preistorica e nuragica», a lungo atteso, ebbe la luce nel 1997. Si tratta di due volumi di fondamentale importanza per la conoscenza dell´archeologia sarda, ricchi di dati, immagini, tavole, tabelle comparative soprattutto utili per il problema davvero complicato delle datazioni al carbonio 14 e delle loro ricalibrazioni.
Il mondo e l´epoca nuragica viene visto, fatto frequente nella stessa storia degli studi e delle ricerche in Sardegna, come vero e proprio confine, poiché i sottotitoli dei due volumi sono, rispettivamente, «La Sardegna prima dei nuraghi» e «La Sardegna dei nuraghi»; il nuragico quindi come vero e proprio snodo epocale e «anno zero», similmente alla nascita dei profeti o dei figli degli dèi, o alla nascita dell´Egitto dei Faraoni e delle Piramidi: di qui l´epoca predinastica.
E´ sulla civiltà (anzi, cultura, come spesso ricorda l´archeologo, rifiutando il termine civiltà poiché evocativo di livelli urbani non raggiunti) nuragica che Contu produce uno sforzo assai puntuale nella registrazione delle architetture e delle tecniche. Rilevante la sua attribuzione a contesti occidentali e mediterranei, indigeni in primo luogo, di sviluppo e nascita della camera a falsa cupola (tholos) dei nuraghi. Esemplare - fra le tante osservazioni e precisazioni - l´analisi del motivo della «stele» centinata nelle tombe di giganti.
Nel fiorire di letteratura archeologica apparentemente più fascinosa quando non esoterica, decisamente avvantaggiata nell´industria del consumo e dello spettacolo, i testi molto opportunamente riproposti da Carlo Delfino indicano due delle fonti imprescindibili per impostare un discorso di comprensione della nostra più antica civiltà.

(Marcello Madau)

Top of page   Stampa Print this page   Condividi Share
Sardinia Bibliographic Services