Nato a Meana Sardo nel 1929, aveva studiato a Cagliari nell´immediato dopoguerra, laureandosi in filosofia nel 1953, con una tesi su Albert Camus. I gravi lutti che avevano colpito la sua famiglia d´origine avrebbero segnato profondamente la sua vocazione lirica. Impegnato nella politica fino al 1956 (l´anno dei fatti d´Ungheria), mantenne anche in seguito un vivo interesse per le vicende sociali. Dopo aver insegnato nelle Scuole Medie Superiori di Nuoro (dove si era sposato) si trasferì in Toscana, a Massa, e in quella città visse lunghi anni stimatissimo docente e pedagogista. Morto improvvisamente nel 1995, ha lasciato vari manoscritti inediti, dai quali è stata tratta la raccolta di versi ´Un filo d´oro´ ed. Edes. ´Gli adolescenti ci giudicano, ci amano, ci detestano, ci disprezzano, ci odiano, perché sono esigenti, sensibili, idealisti. L´educatore deve essere una persona che, prima di valutare, si autovaluta, e autovalutarsi vuoi dire evitare ogni forma di narcisismo, e trarre fuori dall´educando ciò che di meglio potenzialmente egli ha; saper rispondere alle domande dei ragazzi, essere coerente nel comportamento, essere dotato di una buona dose di "humor". Competenza, giustizia, equilibrio umano. Essere in funzione della crescita culturale ed umana dei ragazzi. Tali doti si possono riassumere in una vecchia formula: l´educatore è colui che ama gli alunni. Quanto c´è nella scuola di questo amore?" (Francesco Mura, in Atti Corso di aggiornamento a c. F. Bellato, Liceo Classico Lucca, 1993).
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